Trentasette esempi del "mercatese", il nuovo linguaggio delle vittime dei mercati: ne riportiamo alcuni.
«Tutte le Borse sono sottovalutate»: ho perso soldi in ognuno dei miei investimenti.
«Tutte le Borse sono sopravvalutate»: ho disinvestito, e da quel momento i mercati sono risaliti.
«Non ho paura: le Borse risalgono sempre»: se me la cavo, investo in buoni del Tesoro.
«Con i mercati in crescita, si può di nuovo comprare»: ho mancato stupidamente la ripresa.
«Ho un alto margine di tolleranza»: ho rifiutato di vendere e sono sull'orlo di una crisi nervosa.
«Investo solo a lungo termine»: sono rassegnato ad alcuni anni di vacche magre.
«Sono preoccupato delle tasse»: sono rimasto sul lastrico e non ho di che pagare il fisco.
«Ho guadagnato una grossa cifra»: per fortuna mi ero rifugiato nelle obbligazioni.
«Non guardo mai i resoconti»: se lo facessi, mi verrebbe un colpo apoplettico.
«Il mio portafoglio è eclettico»: non ho la minima idea di che cosa mi convenga fare.
«Ho scelto un titolo che è raddoppiato in un anno»: l'unico, tutti gli altri si sono dimezzati.
«Non presto attenzione alle fluttuazioni quotidiane»: tornerò a farlo appena le Borse risalgono.
«Uscirò dal mercato quando sarò in pareggio»: chiudo gli occhi alla realtà.
«Resisterò fino alla fine»: sono in preda al panico, domani ritiro tutto.
«E' una grande società»: è un disastro.
«Al mio agente piace quel titolo»: non ho capito che aveva consigliato agli investitori istituzionali di sbarazzarsene.
«Il manager del fondo ha caldeggiato quella compagnia»: ho comprato il giorno prima che il fondo la abbandonasse.
«L'anno scorso, il mio fondo è stato uno dei migliori»: quest'anno, è uno dei peggiori.
«E pensare che giocavo tutti i giorni in Borsa su Internet»: è per questo che adesso lavoro come garzone dal benzinaio.