UNIVERSITÀ - MANUALE DI SOPRAVVIVENZA
Chi ci salva da quei professori? di Paola Ciccioli (18/10/2002)
Quanti studenti lasciano a causa di "cattivi maestri"? Sadici, narcisisti, maniaci. Se gli studenti lasciano, la colpa è anche di certi docenti. Come spiega un illustre accademico. In un libro amaro ed esilarante.
Va bene che, come diceva Sigmund Freud, fare l'insegnante è uno dei tre «mestieri impossibili», oltre a quelli di politico e terapeuta. Però chi, nel cammino scolastico, non si è imbattuto in qualche docente che ha fatto venir voglia di scappare e chiudere per sempre con libri, esami, tesi? «Ritardare la laurea o, peggio, abbandonare l'università provoca un danno personale e collettivo enorme. E quarant'anni di attività accademica mi portano a dire che qualche volta è colpa dei docenti. Peggio, delle loro psicopatologie». Lo afferma Gian Carlo Nivoli, docente di clinica psichiatrica all'università di Sassari, autore di Sopravvivere all'università (Centro Scientifico Editore, 176 pagine, 16 euro), in libreria alla fine di ottobre. Il manuale descrive i tipi di docenti più pericolosi in cui ci si può imbattere nei nostri atenei. «Riconoscerli» afferma Nivoli «è l'unico modo per difendersi. E capire se i loro complimenti sono in realtà molestie, se l'autorità è invece puro
sadismo».
IL MUY MACHO
Dalle dirette parole di un insegnante: «Ho trovato una tecnica che funziona sempre con le studentesse. Parto con il 'richiamo'. A lezione dico che per preparare un esame si può fare un lavoro personale con il sottoscritto e così incominciano ad arrivare parecchie ragazze. Alcune vengono con l'idea di fare il lavoro scientifico, altre perché le intrigo. Mi concentro su queste, le altre le passo agli assistenti. Scatta allora la fase del 'contatto ambiguo': le tocco sulla fronte per sentire se hanno la febbre, sfioro la mano per aiutarle a mettere a fuoco il microscopio. Dalla diagnosi della loro reazione, capisco se ho di fronte 'materiale utile'. Ci sono studentesse che adorano stare con un donnaiolo. Allora si passano la voce e così tu interessi, incuriosisci, ti fai pubblicità. È la pubblicità che sei 'muy macho' a dare l'ultimo tocco di animazione a questo giochetto che rende meno noioso il tuo lavoro di insegnante».
IL «GLANDE RICERCATORE»
L'assistente è famoso in facoltà con questo soprannome. È il «glande» perché sembra gestire i propri ragionamenti per via genitale. E «ricercatore» perché sempre a caccia di studentesse con cui avere approcci sessuali. Si comporta in modo grossolano, è maleducato, volgare. A una ragazza che stava sostenendo l'esame ed era intimorita dalle domande ha detto: «Cara signorina, lei come esame merita 14, però ha un sedere così bello che potrebbe avere 28, faccio la media e le scrivo 20 sul libretto. Lo accetta?».
LO PSICOPATICO SESSUALE
In ateneo lo chiamano così per l'affannosa ricerca di rapporti sessuali e anche per il suo costante tentativo (tipico dei delinquenti psicopatici) di attribuire la propria colpa agli altri. A una studentessa una volta ha detto: «Mi dispiace che tu sia andata a riferire al mio direttore di istituto che ti ho fatto delle proposte indecenti, che ti ho molestata e ricattata a proposito dell'esame. Tu sai che non è vero, che il mio era un sentimento di amore. Non avresti dovuto accettare il mio corteggiamento. Invece prima mi hai sfruttato, rovinato la carriera e io mi chiedo come fai a non provare sensi di colpa».
IL DELINQUENTE PER VENDETTA
Nel suo rapporto con le studentesse compie gravi ingiustizie: morali, deontologiche e legali. Ritiene di essere stato lui, in passato, vittima di ingiustizia, ma in realtà è lui che continua a commetterle. Al preside di facoltà e al rettore che gli chiedevano di giustificare come mai un'allieva lo avesse accusato di molestie aveva detto: «Non sapeva niente, per questo l'ho dovuta bocciare tante volte. È stata lei che ha tentato di sedurmi con i suoi capelli rossi, i sorrisetti e gli inviti a cena. Pensava di poter fregare e passare l'esame». Lo stesso docente aveva invece confidato a un collega: «Sono sempre stato preso in giro da donne con i capelli rossi, le ho sempre amate e loro mi hanno sempre rifiutato».
IL DEPRESSO ESIBIZIONISTA
Il professore che approfitta dell'autopsia di un tossicomane per esprimere di fronte agli studenti il proprio cinismo. Guarda il cadavere sul tavolo anatomico e dice con aria apparentemente calma, facendo attenzione a scandire le parole: «Finalmente qualcosa di bello, oggi. Finalmente una persona che è riuscita a farne una giusta in vita sua. Questo si è ammazzato facendosi un'overdose. Così ha smesso di rovinare la vita alla madre, al padre e ai fratelli, oltre che alla moglie e ai figli. Rendiamo omaggio all'unico atto di eleganza che questo disgraziato è riuscito a fare nella vita».
IL NARCISISTA
Dal racconto di uno studente: «Durante le lezioni e agli esami, ogni occasione diventa buona per alludere e richiamare direttamente le sue ricerche, i suoi studi i migliori del mondo. In assoluto è lui il più bravo di tutti. Ripete in continuazione di essere amico caro degli uomini più importanti dello spettacolo, intimo degli scienziati famosi. Ma conosce anche persone modeste, umili. Insomma, dà l'impressione di poter arrivare dovunque e nello stesso tempo si lamenta sempre di essere circondato da inetti... Da una sua lezione si può imparare solo che lui è bravo».
IL SADICO CHE TI INCHIODA ALLA SEDIA
Come la famosa maîtresse parigina Margherita Gourdau, inventrice della «sedia di contenzione» in cui le prostitute si offrivano ai clienti sadici, questo professore inchioda lo studente all'esame. Lo umilia per gli errori, sottolinea le sue incertezze. Arriva perfino a impedire che se ne vada, se potesse lo terrebbe sulla croce in eterno. Attenzione: per i corridoi è una persona opposta: dolce, gentile, disponibile.

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