Newsletter di bastardidentro N° 3839 | 05 Ott 2015

Quando ci facciamo condizionare da un ambiente molto bello, cosa che per esempio può capitare in un ristorante, è facile farsi trarre in inganno e apprezzare quello che ci viene servito ben oltre la reale qualità del piatto stesso. Questo capita nei tanti e nuovi ristoranti etno/fusion/molecolari in cui ti portano un'oliva ascolana appoggiata su del purè con 2 bacche di ribes, una foglia di basilico e una firma di aceto balsamico a lato; nome del piatto: pepita ascolana appoggiata su un letto di tuberi pressati con succo di mucca e meteore di vitamina A profumata in balsamico.

Noi uomini guardiamo le tette, il resto non conta.

Anwar Maggi



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