Newsletter di bastardidentro N° 4011 | 23 Mar 2016

Chi scrisse «La mia libertà finisce dove comincia la vostra.»? Voltaire? Martin Luther King? Oppure nessuno dei due e fu semplicemente il famoso monaco tibetano Hiang Huan Rang Nath Hing? Ogni volta che intrappoliamo un concetto e lo imbalsamiamo come "verità assoluta", creiamo un blocco, perché come ho detto due giorni fa parlando di libertà di parola, il problema resta sempre l'interpretazione e la soggettività della comprensione, che può variare in base alle condizioni culturali, sociali ecc. Almeno questo è il mio personalissimo punto di vista, che può essere condiviso o meno.

Possiamo vivere in due villette affiancate, ma se i frutti del mio albero cadono nella tua proprietà, a chi appartengono? (Questo fu il tema di un'entusiasmante puntata di Forum ai tempi del giudice Santi Licheri). In realtà esistono leggi ben precise che riguardano le distanze di piantumazione sui confini e ovviamente dipendono anche dal tipo di pianta. Quindi esiste una libertà oggettiva in questo caso? 

Il discorso è fin troppo complesso per un sito umoristico come bastardidentro, ma pensate alle condizioni sociali che spinsero Voltaire a tirar fuori quella frase e alle differenze che indussero Martin L. King a citare le stesse parole del celebre illuminista; infine ragionate un momento su ciò che spinse Hiang Huan Rang Nath Hing a rispolverare per l'ennesima volta le parole del famoso francese per criticare l'assoluta fermezza con cui il Vaticano mette la zampetta nelle decisioni politiche italiane che riguardano i diritti di alcuni cittadini. (Fortuna che l'ha scritta un monaco tibetano altrimenti sai che rottura di palle gestire le critiche...).

Comunque, per i più giovani: un tempo al cinema si vedevano veramente le scene della vignetta di oggi, e anche di peggio. 

Anwar Maggi



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