Newsletter di bastardidentro N° 4015 | 27 Mar 2016

Vi siete mai chiesti il senso del coniglietto pasquale? Perché esiste? Cosa vuole da noi e perché gira con un cestino pieno di uova?

Santa Claus e il coniglietto nascono come personaggi fantastici, che se vogliamo, creano un'alternativa laica alle festività di Natale e Pasqua. 

Come hanno fatto a imporsi queste figure alternative? Ve lo racconterò io: il marketing manager delle ricorrenze, un giorno parecchio lontano nel tempo, si trovò dinanzi a un grandissimo dilemma; potevano vendere uova di cioccolato con raffigurato sopra un trentenne seminudo flagellato dalle frustate e completamente imbrattato di sangue? Il meeting dell'ufficio feste comandate durò diverse ore e i vari specialisti dell'azienda cercarono di imporre la propria idea. Chi era a favore e chi contrario.

In passato la governance si era già pronunciata in modo positivo verso la figura di Babbo Natale, in quanto il bambino appena nato non immedesimava l'acquirente, mentre i tre Re Magi venivano visti come extracomunitari e potete immaginarvi quale contesto sociale vi fosse all'epoca: dei balordi che discriminavano le persone in base al colore della pelle, religione, ideologia e addirittura sesso. Un'epoca di barbarie insomma. 

Non fu facile ma alla fine anche il coniglio la spuntò, era fatta! Ci sarebbe stata la figura di questo simpatico personaggio a vestire gli addobbi pasquali in alternativa alla colomba, al ramoscello di ulivo e al Cristo in croce.

Ma vi chiedo: secondo voi non è forse crudele un coniglio con delle uova non sue? Non rappresenta anche lui il consumismo estremizzato all'ennesima potenza? Un simbolo di fecondità (ed eiaculazione precoce) ridotto a cioccolataio con contratto di lavoro a chiamata.

Con tutte queste domande non posso fare altro che salutarvi e augurarvi una buona Pasqua.

Anwar Maggi



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