Newsletter di bastardidentro N° 4574 | 02 Ott 2017

Era il lontano 28 settembre 2003, una vita fa per i molti concepiti quel giorno, l'Italia rimase all'improvviso totalmente al buio, io mi trovavo in un locale a Roma durante la notte bianca e "SHHH!", niente più musica, niente più luci, incredulità generale e gente disorientata che si riversava per le strade. « Che facciamo? Cerchiamo la macchina e torniamo a casa?», ma nemmeno i semafori funzionavano. Si temevano soprattutto lo sciacallaggio e i furti, data la totale mancanza di luce e con i sistemi di allarme ko che suonavano grazie alle batterie di emergenza. Una scena da apocalisse. E non durò poco ma parecchie ore, sfortunatamente per tutti quelli intrappolati negli ascensori.

La gente una volta rientrata in casa, senza la televisione, senza i computer si ricordò improvvisamente di un antichissimo passatempo che piaceva a tutti gli esseri umani.

«Mamma, perché mi avete chiamato Blackout?», «Te lo spiegherò da grande bambino mio.».

Anwar Maggi

 



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